21/05/23
Il Derby Day costituisce, in ogni paese in cui si disputano corse di cavalli al galoppo, l’appuntamento sportivo più importante di tutta la stagione: una giornata unica che garantisce in assoluto il momento più atteso per spettacolo, agonismo e selezione.
Il Derby italiano ha oltre 130 anni di vita e l’Ippodromo delle Capannelle è da sempre suo perfetto palcoscenico di svolgimento. L’evento è una delle pietre miliari della primavera capitolina, insieme agli Internazionali di Tennis e al Concorso Ippico di Piazza di Siena. I grandi campioni del turf mondiale hanno scritto il loro nome nell’albo d’oro della corsa insieme a quello dei più grandi allevatori, proprietari, allenatori e fantini.
Fino ai primi anni ’80 il ‘Nastro Azzurro‘ – corsa per cavalli di tre anni sulla distanza di 2.400 metri – era aperta ai soli cavalli indigeni. Da allora è stato aperto alla partecipazione di ospiti stranieri, acquisendo così un respiro di assoluta internazionalità. La giornata costituisce il fiore all’occhiello del calendario ippico nazionale e l’interesse dedicato all’evento dai media è in linea con l’eccezionalità dell’occasione. La RAI normalmente assicura per la corsa (proposta anche dai circuiti satellitari tematici di tutto il mondo) il collegamento in diretta. Altri network televisivi confermano ampio spazio alla giornata che rafforza i contorni del grande spettacolo sportivo con motivi di interesse legati a costume, tradizione, moda e cultura. Gli spettatori sono normalmente oltre diecimila.
Il primo Derby si è corso il 21 aprile 1884 ed è stato vinto da Andreina. Dal 1926, anno d’inaugurazione del nuovo ippodromo, si corre sullo stesso percorso, con la sola interruzione di due anni durante la Seconda Guerra Mondiale. All’inizio si chiamava Derby Reale. Negli anni Trenta venne intitolato Gran Premio del Re e, per un breve periodo, Gran Premio del Re Imperatore. Alla ripresa, nel 1946, venne definitivamente chiamato Derby Italiano.